Disastro Aereo a Teheran sul boeing ucraino abbattuto. La dirigenza iraniana ha ammesso la responsabilità e il tragico errore con un tam tam che ha visto lo stesso generale della forza aerea delle Guardie della rivoluzione, Amirali Hajizadeh, assumere tutta la responsabilità dopo che l’ayatollah Ali Khamenei ha espresso il suo profondo dolore e le condoglianze alle famiglie delle vittime come riportato dalla televisione di stato di Teheran.
Il generale Amir Ali Hajizadeh ha detto che un soldato, a causa di un’interferenza nelle comunicazioni, ha fatto partire il missile senza che fosse stato dato l’ordine
Si è assunto la responsabilità, ma ha assicurato che a far partire il missile è stato un soldato che ha agito in autonomia, senza averne avuto l’ordine a causa di un’interferenza nelle comunicazioni. Il generale iraniano alla guida delle forze aeree dei Guardiani della Rivoluzione, Amir Ali Hajizadeh, ha spiegato così in un’intervista la dinamica “dell’incidente” che ha portato Teheran ad abbattere per «errore» un aereo ucraino con 176 persone a bordo.
«Mi prendo la piena responsabilità e rispetterò qualsiasi decisione sarà presa», ha affermato il generale. E ha aggiunto: «Avrei preferito morire piuttosto che veder accadere un fatto simile». Il generale ha assicurato che un soldato, a causa di un’interferenza nelle comunicazioni, ha fatto partire il missile senza che fosse stato dato l’ordine.
Amir Ali Hajizadeh ha poi spiegato che il missile non ha colpito direttamente l’aereo, ma è esploso accanto al velivolo: «È stato un missile a corto raggio che è esploso vicino all’aereo. Ecco perché il velivolo è stato in grado di continuare a volare. Il Boeing è esploso quando si è schiantato a terra».
Nel comunicato con cui il quartier generale delle Forze armate iraniane ha ammesso la propria responsabilità era indicato che l’aereo fosse stato colpito perché scambiato per un «aereo nemico».
Secondo i media iraniani, sarebbe stato l’Ayatollah Khamenei, informato in un secondo momento delle reali cause dell’incidente, a dare l’ordine di dire la verità.