“LA RADICE DEL MALE”: DOCUFILM GIOVANE REGISTA ABRUZZESE DI NISIO PREMIATO AL TAGORE INTERNATIONAL FILM FESTIVAL

“LA RADICE DEL MALE”: DOCUFILM GIOVANE REGISTA ABRUZZESE DI NISIO PREMIATO AL TAGORE INTERNATIONAL FILM FESTIVALUn prestigioso riconoscimento internazionale per un documentario di un giovane regista chietino che esprime l’amore per la sua terra, l’Abruzzo, denunciando le dinamiche che attentano alla bellezza ed autenticità, mettendo a fuoco le possibili cause di decadenza politica e economica.

Il suo titolo è La radice del male, a firma del 32enne regista Davide Di Nisio, premiato come miglior film documentario, nella tredicesima edizione del Tagore international film festival di Bolpur in India, dedicato al grande poeta premio Nobel e tra i principali del continente asiatico, molto influente nelle piattaforme web mondiali.
Con questo riconoscimento La radice del male è entrato nella prestigiosa rosa del Festival Sun of the east award di Bolpur, nel quale possono prendere parte solo i film premiati durante l’anno nell’intero continente asiatico.

“Questo premio – spiega il regista  – è per me un motivo di orgoglio perché evidentemente quello che ho provato a raccontare nel documentario, la crisi dell’agricoltura e l’involuzione urbanistica delle città non sono dinamiche e problemi circoscritti all’ambito locale. Ho filmato i luoghi a me cari e che meglio conoscevo, prendendoli a modello universale. Il fatto che il film stia avendo ottime accoglienze anche in luoghi apparentemente lontani, ne avvalora la tesi di fondo”.
Nel film documentario, con protagonisti gli attori pescaresi Fabrizio Eleuterio e Matia Roio viene fatta una disamina di come le scelte politico-economiche nazionali, prima ancora che regionali unitamente alle politiche territoriali amministrative, abbiano danneggiato il settore agricolo, distrutto il paesaggio e deturpato l’aspetto estetico delle città.

La lente di questo film si sofferma sull’incontrollato moltiplicarsi dei capannoni industriali e centri commerciali della fu fertile e fiabesca Val Pescara, sulla crisi del comparto zootecnico nel teramano, vittima della politica dei prezzi imposti dalla comunità europea che ha messo in ginocchio i piccoli allevamenti, assieme al progressivo aumento dei costi di gestione e al crollo del valore dei prodotti accaparrati dai grossisti. 
La tappa negli uliveti del chietino racconta la concorrenza spietata che i big della produzione olearia esercitano sui piccoli produttori legati ancora alla qualità e all’etica del loro mestiere. Un filo rosso porta così La radice del male a raccontare l’eccidio di Celano, duplice omicidio avvenuto nell’aprile 1950, quando furono esplosi alcuni colpi di arma da fuoco contro un gruppo di braccianti. Il crimine rimase senza colpevoli, ma con principali indiziati in qualità di mandanti i principi Torlonia, allora padroni delle fertili del Fucino. 
Altro capitolo l’incontrollata e crescita priva di razionalità urbanistica delle periferie di Pescara e di Chieti.A questo proposito episodi emblematici sono l’abbattimento del teatro Pomponi a Pescara del 1963, la cancellazione del profilo della città antica di Chieti e della sua cinta muraria soffocata dai palazzoni che si sono moltiplicati a partire dal secondo dopoguerra.
Davide Di Nisio, dopo la maturità classica, si è diplomato all’accademia di cinema Nuct di Roma. Nel biennio 2012-14 ha creato la rassegna di cortometraggi  “Spoltorefilmmakers” allo scopo di evidenziare i migliori videomakers emergenti poco noti al panorama nazionale. Dal 2016 ha collaborato come editor per diversi registi. Con il croato Luka Krstic, ha collaborato alla realizzazione del film “Dostoevskij” e “Un Cristo per Auschwitz”. Nel 2017 è stato editor e montatore del cortometraggio “La buona terra” di Viviana Bazzani. Nel 2019 è stato direttore della fotografia del cortometraggio “ i 100 giorni” dello scrittore Mario Cipollone. Attualmente sta ultimando le riprese del suo secondo film “Franciscus” ovvero la “bio-tragicommedia” del poeta e scrittore pescarese Francesco Di Rocco.