CHIRURGIA DELL’APPENDICE VERMIFORME: La patologia appendicolare rappresenta la causa piu’ comune di ospedalizzazione per addome acuto. Da un punto di vista anatomico consiste in una estroflessione del cieco (I porzione del grosso intestino) da cui origina embriologicamente, delle dimensioni di circa 6 – 8 cm di lunghezza e spessore di qualche millimetro.
L’evento patologico in grado di scatenare la sintomatologia tipica consiste nello sviluppo di un processo infiammatorio che inizialmente interessa la parete, ma poi in seguito, puo’ degenerare determinando l’interessamento a tutto spessore della stessa, fino alla sua perforazione che esita in un quadro grave rappresentato dalla peritonite.
Le cause piu’ comuni, di un tale evento, sono rappresentate dall’ostruzione del lume appendicolare determinato dai cosiddetti coproliti (materiale fecale di consistenza dura) che incarcerati all’interno dell’appendice, determinano la virulentazione della flora batterica presente che innesca il meccanismo infiammatorio, oppure da malattie infettive che stimolano la componente linfatica presente nello spessore della parete appendicolare (sottomucosa) inducendo, anche in questo caso, l’ostruzione e la successiva flogosi.
La sintomatologia e’ solitamente caratteristica: dolore acuto in fossa iliaca destra, addome poco trattabile fino all’impossibilita’ di eseguire qualunque manovra, nausea, vomito, turbe dell’alvo e febbre.
Un buon esame obiettivo, attraverso l’esecuzione di alcune manovre semeiologiche quali il segno di Mc Burney, di Blumberg e di Rosving insieme ad un esame emocromocitometrico, solitamente bastano per condurre rapidamente alla diagnosi.
Talvolta la differente posizione che anatomicamente puo’ assumere l’appendice, posta in posizione mediale, retrocecale, sottoepatica, etc, puo’ mimare altri quadri patologici che talvolta possono portare anche ad errori diagnostici.
Una volta accertata l’eziologia della sintomatologia si puo’ procedere all’escissione chirurgica della appendice allo scopo di prevenire o trattare tempestivamente le possibili complicanze.
L’intervento classico inizia con una incisione (sec. Mc Burney) eseguita ad un centimetro circa da una linea ideale parallela alla cresta iliaca. Incisa sia la cute che il sottocute si procede all’incisione dell’aponeurosi del muscolo obliquo esterno.
Divaricati per via smussa (mediante le superfici non taglienti delle forbici) i muscoli sottostanti (obliquo interno e trasverso) si procede alla sezione del peritoneo.
Individuata l’appendice e valutate le sue condizioni si procede alla sezione dei suoi vasi contenuti nel mesoappendice.
Liberata l’appendice dalle sue connessioni si procede alla sua sezione previa apposizione di una legatura alla sua base.
Successivamente si confeziona una borsa di tabacco in modo da affondarne il moncone nel cieco.
Controllata l’ultima ansa intestinale si procede alla chiusura degli strati della parete partendo dal peritoneo e proseguendo con gli strati muscolari, l’aponeurosi del muscolo obliquo esterno ed infine del sottocute e della cute.
La degenza, di breve durata, solitamente si attesta intorno ai due giorni.