Patrick non si può essere ammazzato da solo perché non era la prima volta che entrava in carcere. Quell’ambiente lo conosceva da quando era un ragazzino, è entrato e uscito tante volte, e noi siamo sicuri che non lo avrebbe mai fatto quel gesto». Una certezza che arriva da alcuni parenti del giovane ritrovato impiccato con un lenzuolo all’inferriata della finestra della sua cella nel reparto comuni del carcere di Castrogno a Teramo, nel giorno del suo ventesimo compleanno. Patrick Guarnieri aveva problemi di udito dalla nascita, ma a quanto pare, così come confermano i suoi parenti, «anche altre difficoltà cognitive» a questo punto probabilmente mai certificate fino in fondo o comunque compatibili con il regime carcerario. Alle spalle, invece, precedenti per furti commessi in varie città d’Italia. Due giorni fa l’aggravamento della misura che l’ha portato in carcere dopo un obbligo di dimora violato. «Un ragazzo come lui non poteva stare in carcere e invece ce l’hanno mandato. Patrick era buono. Quando stamattina (ieri per chi legge, ndr) mi hanno chiamato per dirmi che si era impiccato, non ci potevo credere». Davanti all’ obitorio dell’ospedale di Teramo in decine, tra amici e parenti, sono arrivati per stringersi al dolore dei familiari. Il posto è rimasto presidiato da polizia e carabinieri.