BABYLON di Damien Chazelle è un film barocco, esagerato (anche nella lunghezza), rumoroso e provocatoriamente disturbante.
Solo alla fine il film, in sala da giovedì 19 gennaio con Eagle Pictures, si distende e diventa racconto fino a implodere in un collage frenetico di sequenze cinematografiche, di ieri e di oggi, lentamente cancellate da un blob digitale rosso e nero che tutto copre e annichilisce.
Non si sa, ma è certo che in quest’opera del regista premio Oscar per La La Land c’è la volontà di raccontare il cinema partendo dalla Los Angeles dagli anni 20, l’Epoca d’Oro di Hollywood, fino ad arrivare agli anni Cinquanta. Quattro i protagonisti principali: Manny Torres (Diego Calva), aspirante attore messicano molto smart che cerca una sua strada nel cinema; Jack Conrad (un Brad Pitt in gran forma e che si misura spesso con l’italiano ) nei panni di una star tra le più pagate; Nellie LaRoy (la bellissima e sensuale Margot Robbie) che parte davvero dalle stalle per diventare una stella e, infine, Sidney Palmer (Jovan Adepo), giovane trombettista jazz di colore che approda al cinema.